Dott. LUCA CONTIERO Fisioterapista
Visite attive a:
c/o studio FISIOPSICO
Milano Nord – Barlassina
Largo Diaz, 3b
c/o studio ASC
Milano Centro – zona Cadorna
via Terraggio, 9
La fisioterapia per l’acufene è efficace solo nel 30% dei casi.
Per sapere se la fisioterapia è efficace i pazienti possono prenotare:
- una visita completa oppure
- una visita di screening gratuita online
Le probabilità di beneficiare di fisioterapia specialistica sono alte nelle persone che:
- soffrono di acufene cronico (da più di tre mesi)
- avvertono il suono più da un orecchio
Contatta direttamente il Dott. Luca Contiero per sapere come fare.
Perché la visita di screening prima di decidere se fare fisioterapia
L’acufene è una sfida per chi ne soffre, ma anche per chi lo cura. La fisioterapia è una valida proposta che però non funziona in tutte le persone. Penso sia doveroso, nonché etico professionalmente, poter valutare con attenzione se la fisioterapia può avere effetto prima di proporre percorsi di terapia non specifici per la persona davanti a me.
Dove nasce lo screening da remoto
L’avvento del covid ha velocizzato il processo delle visite a distanza. Sono stato spronato da colleghi non esperti nell’acufene a valutare qualche paziente a distanza, per aiutarli a capire se la fisioterapia potesse essere utile.
Detto fatto, la valutazione a distanza è risultata utile e l’interazione con le persone molto dinamica. Ho implementato così la consulenza dello screening da remoto. Qualche paziente mi ha raggiunto anche dalla Puglia.
Cosa penso dello screening
Lo screening è una visita funzionale che dura 15 min complessivi nella quale riesco a capire molte cose; ovviamente non può sostituire una visita completa. Sono passati tre anni dalle prime esperienze con lo screening da remoto, ed ho la dimostrazione empirica che il format a distanza funziona bene.
Chi esegue lo screening: Dott. Contiero Luca
Terminata la laurea in fisioterapia, ho iniziato il percorso formativo di specializzazione muscolo scheletrica a Sheffield in Inghilterra. A metà del percorso mi venne richiesto di pianificare l’ultimo anno di tesi su un argomento di interesse.
In quel periodo avevo in cura un paziente che soffriva di mal di testa ed acufene. Il paziente era cieco dalla nascita ma con un formidabile udito compensatorio. Mi affascinò una sua frase: “alla sera quando vado a letto il rumore della corrente elettrica mi dà fastidio al punto tale che devo spegnere le luci di entrambi i piani di casa per riuscire a dormire”.
Iniziai a leggere qualche articolo scientifico sulla relazione tra i suoni e il cervello, e sull’acufene, scoprendo che alcuni colleghi in Europa del nord curavano l’acufene con delle tecniche specifiche. Incuriosito dal tema decisi di strutturare il mio ultimo anno di tesi sulla seguente domanda: “quali sono i test che identificano l’acufene trattabile dalla fisioterapia?”
Dalla tesi sono nati molti spunti clinici, ma sono poi i percorsi formativi successivi (soprattutto con l’accademia di terapia cervico cranio facciale – CRAFTA), e le persone che non son riuscito a far star meglio che mi hanno suggerito l’implementazione dello screening.
APPROFONDIMENTI TEMATICI
NEUROSCIENZE E FISIOTERAPIA PER L’ACUFENE
Le neuroscienze ci aiutano a comprendere perché la fisioterapia per l’acufene cervicale o temporomandibolare è efficace. Il sistema somatosensoriale è il sistema elettrico neurologico che controlla il suono; esso è paragonabile al circuito elettrico di una casa, fatto di fili (neuroni) provenienti da diverse stanze (aree della testa) e convergenti in un’unica centralina (cervello). Il sistema Somatosensoriale percepisce e trasmettere al cervello gli stimoli di movimenti, pressione, dolore, e suoni proveniente dall’area della testa e collo.
Per quanto riguarda i suoni, i nuclei cocleari (neuroni del cervello) filtrano i rumori di fondo facendo in modo che solamente quelli di intensità e frequenza elevata vengano percepiti; la loro funzione è quella di proteggerci dal percepire troppi suoni e permettere di concentrarci su quello che stiamo facendo.
I nuclei cocleari sono sempre attivi. Anche nel silenzio totale si può registrare la loro attività elettrica di base, la quale essendo minima non interferisce con la nostra coscienza, permettendoci così di dormire sonni profondi senza essere svegliati dai minimi rumori esterni.
Purtroppo però, alcune disfunzioni muscolo scheletriche possono inibire (mettere il freno) i nuclei cocleari. Le disfunzioni muscolo scheletriche sono tutte quelle attività quotidiane ripetitive che i muscoli e le articolazioni svolgono in modo non corretto. Ad esempio, il serramento della bocca di durante il sonno, il bruxismo, mantenere la testa storta durante le ore di ufficio, ecc..
Le disfunzioni muscolo scheletriche presenti da relativamente poco tempo (un anno) creano dei segnali elettrici anomali che raggiungono i nuclei cocleari e alterano la loro funzione di filtro elettrico, favorendo la percezione di un lieve acufene quando l’ambiente esterno è silenzioso. Al contrario, l’acufene è percepito anche in presenza di rumori importanti di fondo (durante la giornata), quando le alterazioni dei nuclei cocleari sono costanti da anni.
È pertanto importante correggere il prima possibile le disfunzioni muscoloscheletriche dell’acufene cervicale e temporomandibolare.
L’ACUFENE TEMPOROMANDIBOLARE
In una buona parte delle persone che curo per l’acufene cronico, l’articolazione temporomandibolare non si muove correttamente. L’acufene è tipicamente avvertito vicino all’orecchio, e la mandibola produce dei rumori o click strani durante l’apertura della bocca o quando si mastica.
Il principio di terapia è molto semplice: se la mandibola si muove male, dobbiamo identificare non solo se l’articolazione è posizionata male (sicuramente il dentista o lo gnatologo lo ha già fatto), ma anche valutare quale muscolo non sta funzionando bene.
In questo senso sarebbe più corretto parlare di riabilitazione temporomandibolare, in quanto le neuroscienze hanno dimostrato come sia essenziale ri-insegnare a muovere correttamente la bocca per ridurre l’acufene nel lungo termine.
Le terapie locali (l’applicazione del solo bite o della solo fisioterapia manuale) hanno un beneficio importante nel dolore temporomandibolare (nelle dislocazioni del disco ad esempio), ma limitato nel tempo per ridurre l’acufene.
Per questo motivo, una corretta fisioterapia dovrebbe includere:
- esercizi da svolgere a casa in autonomia
- revisione periodica degli esercizi
ACUFENE CERVICALE
L’evidenza scientifica messa nelle mani inesperte non sempre porta buoni risultati. Ad esempio, le ricerche suggeriscono che le articolazioni del collo influenzano l’acufene, ma raramente ho riscontrato persone stare meglio con i soli trattamenti sul collo. Ecco perché spesso la fisioterapia non specifica fallisce nel curare l’acufene.
Riscontro spesso invece che l’acufene cervicale è più legato a muscoli iperattivi nell’area facciale. Ad esempio, la contrattura del muscolo digastrico, un piccolo muscolo alla base della bocca, può produrre un suono tipico avvertito quando lo si comprime. Vedo spesso questo pattern nelle persone che masticano più da un lato e hanno qualche dente mancante nell’arcata controlaterale all’acufene.
Non è tutto qui, ma negli acufeni cervicali cronici assumono un grosso ruolo le disfunzioni concomitanti della lingua. La lingua è un potente muscolo che influenza la postura del collo se non posizionata correttamente a riposo, e alla lunga provoca contratture nei muscoli che generano acufene (ad esempio i muscoli suboccipitali ovvero quelli alla base della nuca). Logopedia e fisioterapia sono due amici complementari al trattamento dell’acufene cervicale quando la funzionalità della lingua è deficitaria.
FAQ SCREENING ACUFENE
PRIMA DI PRENOTARE LA VISITA
Cosa mi devo aspettare dallo screening?
Lo visita di screening è uno strumento efficace per identificare se hai possibilità di beneficiare di fisioterapia specifica.
Quali domande mi verranno fatte?
Ad esempio: quando senti l’acufene, come dormi, come mastichi, hai mal di testa, ecc..
Quali test dovrò fare?
Molto semplici, ad esempio apri la bocca o gira il collo verso destra, ecc..
Criteri indispensabili per effettuare lo screening
Devono essere presenti entrambi:
- l’acufene è cronico: lo percepisci da più di tre mesi e l’otorinolaringoiatra non ha trovato segni preoccupanti durante la visita.
- l’acufene si percepisce più da un orecchio: il suono può essere percepito soggettivamente da entrambi lati oppure all’apice della testa, ma vi è sempre un lato preferenziale.
DUBBI PRIMA DELLA VISITA
Ho già fatto fisioterapia e non ho trovato benefici, come posso sapere se la visita di screening ha senso?
Ho poca certezza nella risposta, posso solo consigliare di valutare i criteri di selezione.
Sento poco (ipoacusia diagnosticata), posso lo stesso eseguire lo screening?
Si, l’acufene non dipende solo dal danno all’orecchio interno. Dobbiamo stabilirlo con dei test specifici.
Lo screening da remoto non è efficace come una visita vera
Concordo, ma il 70-80% delle persone che beneficiano di fisioterapia si identificano attraverso dei test che possono essere guidati durante una visita da remoto.
- domande specifiche
- posizioni mantenute del collo
- movimenti della bocca
FINITO LO SCREENING
Cosa succede dopo la visita di screening?
Se capisco che l’acufene è trattabile possiamo:
- valutare un percorso riabilitativo guidato da remoto se il problema identificato è gestibile con soli esercizi “semplici”
- valutare un percorso riabilitativo in studio
- valutare un percorso riabilitativo blend (in modo da ridurre le frequenze in studio)
Se abito lontano come possiamo fare?
- Formato blend
- Possiamo trovare un collega che rispecchia i miei criteri formativi standard più vicino alla tua abitazione
Quanto dura normalmente il percorso riabilitativo?
Identifichiamo la causa dell’acufene e poi impostiamo la terapia che la persona può svolgere anche a casa. Se funzione questo format (la persona è compliante e riesce a svolgere costantemente gli esercizi) normalmente 7 sedute in 3 mesi sono sufficienti a modificare l’acufene. A quel punto viene valutata la possibilità di proseguire, se necessario.